Aradeo Scacchi

Scuola Scacchi Circolo Alekhine

a qualcuno piace lampo ...

A QUALCUNO PIACE LAMPO
e a qualcun altro piace falso
La provincia di Lecce ha un nuovo campione di scacchi a cadenza lampo: è questo il verdetto di un caldissimo sabato di inizio agosto...


Nella prima giornata veramente estiva di una stagione meteorologicamente avara per i turisti e gli amanti del mare in genere, si è svolto in Sogliano Cavour il campionato provinciale 2014 di scacchi lampo, organizzato dalla Pro Loco di Sogliano Cavour in collaborazione con il circolo scacchi Alekhine di Aradeo e con il patrocinio del comune di Sogliano Cavour.


 

La sede di gioco è stata la stupenda cornice delSede evento
chiostro del monastero di S. Agostino - oggi
sede del palazzo comunale -, che già in passato
ha ospitato altri tornei di scacchi, grazie al
sostegno delle amministrazioni politiche che si
sono avvicendate negli anni ed all’impegno di
appassionati soglianesi (su tutti il compianto
Franco Mele).
A lato, la sede di gioco: scorcio del porticato con la cisterna centrale per la raccolta delle acque piovane.

In attesa di capire cosa succederà l’anno prossimo con l’abolizione delle province, l’edizione di quest’anno si è svolta in data unica, con la formula di 11 turni di gioco ed abbinamenti effettuati mediante sistema svizzero. Buona la risposta dei giocatori: 24 partecipanti sono tanti di questi tempi
(chi è alle prese con l’organizzazione di eventi scacchistici lo sa), soprattutto se il montepremi è <<povero>>, cioè basato sulla tradizionale redistribuzione delle quote di iscrizione e se bisogna combattere contro concorrenti pericolosi quali sono spiagge e scogli.


 

La buona organizzazione ed il tempo di riflessione di cinque minuti a testa hanno garantito una dinamicità del torneo particolarmente gradita ai presenti, sebbene proprio la cadenza lampo abbia fatto sudare più del solito l’arbitro Alberto Manta, alle prese con qualche reclamo di troppo.
Inoltre, in molti hanno ancora le idee confuse sulle nuove regole (per certi versi cervellotiche) introdotte dalla Fide il 1° luglio 2014: qualche chiarimento ad esempio si può trovare al link
http://www.scacchierando.it/arbitrando/novita-deiregolamenti-fide-dal-1-luglio-2014 .
Il titolo è andato ad una vecchia conoscenza del mondo scacchistico: Stefano De Giorgi, un habitué del podio. La prestazione del Presidente va ad allungare la lista delle nearmisses (termine tipico del baseball): imbattuto a 10 punti e mezzo su 11, mancando di un soffio l’en plein.
A lato: il vincitore con il trofeo.


 

De Giorgi ha sbaragliato i rivali chiudendo in tutta tranquillità con addirittura due punti e mezzo di vantaggio sulla coppia classificatasi al secondo posto, vale a dire Ripa e Corvino, appaiati ad otto punti, ma con un bucholz favorevole al primo. Nell’albo d’oro De Giorgi succede a Jacopo Romano,
quest’anno quarto classificato, che ha pagato la lontananza dal gioco attivo con una prestazione opaca.
La cadenza lampo costringe a fare i conti con lo zeitnot sin dalle prime mosse, così diverse partite sono state decise da inopinate mosse irregolari, condite da recriminazioni ed amarezze degli autori. Detto questo, di seguito alcune particolarità da sottolineare: il podio di Ripa, che ancora una volta si conferma come giovane talento e di sicuro ne sentiremo ancora parlare bene; la prestazione di Corvino, che centellina le apparizioni nei tornei e si porta a casa il terzo posto, pur con un pizzico di fortuna come lui stesso ha ammesso (ma fa parte del gioco: a tal proposito basta vedere il torneo di Carlsen nella conquista del campionato mondiale
blitz, in cui ha vinto per il tempo o per un grave errore dell’avversario almeno tre partite chiaramente perdenti); l’ennesima conferma del campioncino Matteo Piccinno, sereno nel gioco ed allo stesso tempo autoritario nel gestire le posizioni.
Infine una segnalazione: in futuro con molta probabilità sentiremo parlare di un promettente esordiente: Francesco Maggio, che già fa vedere buone cose, ma che ha bisogno di un’applicazione più assidua e di un allenamento più mirato.


 

Alla premiazione sono intervenuti il vicesindaco
(nonché assessore alla cultura, sport e spettacolo) di Sogliano Cavour Nuzzaci, il
presidente della Pro Loco Cazzato, il presidente del circolo Alekhine Longo, il
presidente del comitato regionale De Giorgi: da parte di tutti un ringraziamento ai
partecipanti, una lode agli organizzatori, uno sprone a continuare nella promozione del gioco degli scacchi, soprattutto tra i giovanissimi.
A lato: un momento della premiazione.



P.S.: I mondiali di calcio appena conclusi in Brasile sono stati caratterizzati dal solito ricco palinsesto di trasmissioni sul c.d. <<calcio parlato>>. Durante una di queste, gli esperti discutevano su un fallo di gioco con opinioni contrastanti: uno sosteneva che il giocatore aveva esagerato con le proteste e l’altro ha ribattuto:
<<…ma insomma, si è beccato un gran calcione e non può neanche dire “ahi”??>>.
Ecco, quest’ultima affermazione coglie in pieno e racchiude il senso del precedente articolo sul CIS 2014 Serie C.
Purtroppo, nostro malgrado, ci troviamo costretti a ritornare sul fattaccio… ovviamente con il condimento (indigesto per qualcuno) di affannose citazioni. (ndr: Al riguardo, se si ha la cattiva abitudine di farcire il discorso con citazioni, è molto meglio ammetterne la provenienza dando a Cesare quel che è di Cesare, piuttosto che prendersi meriti non propri - e ciò vale in tutti i campi della vita - con il rischio che qualche gola profonda (testimone o pentito) smascheri il trucco. A buon intenditor poche parole).
Athur Scopenhauer
Nulla supera per l’uomo la soddisfazione della sua vanità, e nessuna ferita duole più di quella in cui viene colpita la vanità.
Tra tutte le debolezze umane, la vanità è tra le più insidiose e spesso fa brutti scherzi a chi ne è vittima. Per qualcuno l’insidia della vanità può nascondersi in due (2) banali parole di un articolo di 6150 parole (pari allo 0,03%!!), costringendolo a vestire inappropriati panni del paladino di turno, ma con il vero obiettivo di perseguire interessi personali. Così, cedendo alla necessità per cui “tutti hanno bisogno di veder riconosciuto il proprio valore”, si scrive un pezzo autocelebrativo (10% del totale) elencando gli strepitosi successi di una grande carriera, del resto cristallizzata nella personale classifica ELO (… o no?!).
Tuttavia i panni del paladino richiedono pur sempre una qualche opera che li giustifichi e la <<fregola dello scribacchino>> fa il resto: la via più semplice rimane sempre quella di falsificare la storia affinché testimoni a proprio favore, ma se fino ad allora l’unica <<colpa>> era stata la fortuna di <<trovarsi al posto giusto al momento giusto>> beneficiando del <<sostegno del santo in paradiso>>, proprio nello sproloquio l’inconscio fa confessare quello che si cerca disperatamente di
nascondere, completando il disastro. Nella mitragliata a casaccio, si perdono i punti di riferimento essenziali in ogni pseudoarringa, vale a dire i “chi, come, quando, dove”, e purtroppo si perde anche il senso del ridicolo.
In tal senso, elementi certi sono: la data della mail del capitano alla squadra del Black Alekhine in cui si pronosticava la retrocessione in caso di mancata vittoria nell’ultimo turno del CIS (lunedì 31 marzo 2014); la conclusione del match Black Alekhine - Salentina2 avvenuta quando lo scontro Salentina3 - Gallipoli era ancora in corso, confermata dalla telefonata di aggiornamento di Carrisi (e sarebbe interessante conoscere i tabulati di altre telefonate del 6 aprile 2014); gli scontri poco amichevoli con la Salentina di turno, che tutto fanno pensare, ma mai ad accordi di sorta (ed il tenore del precedente articolo non lascia dubbi); altro ci sarebbe, ma tanto basta ed avanza.
Per contro, di seguito, in ordine crescente di gravità: - “… il 2-2 tra Aradeo e Salentina2 sarebbe stato il risultato peggiore per noi…”;
Di certo mai quanto una vittoria di una delle suddette, proprio perché… (citazione)l’aritmetica non è un’opinione (come  sentenziò nel 1879 l’ex ministro delle finanze e del tesoro
Bernardino Grimaldi in contrasto con il primo ministro Benedetto Cairoli).
- “… recriminazioni dei nostri avversari, che si attribuivano l'un l'altro la responsabilità della
disfatta…”;
Come, dove, quando e chi del Circolo Alekhine ha discusso, recriminato ed addossato l’un
l’altro responsabilità della disfatta? (quale disfatta, poi?) O è tanto per dire, per denigrare gli
avversari?
- “… Con la franchezza che li contraddistingue i nostri amici di Aradeo hanno sentenziato: "A
noi il pareggio nello scontro diretto con Gallipoli va bene, tanto voi a Pisignano perdete ...";
Come, dove, quando e chi del Circolo Alekhine ha pronunciato questa frase? Oppure qui
l’orgoglio di una carriera strepitosa ha totalmente accecato lo scribacchino/paladino?
- “… per la salvezza ottenuta un sincero ringraziamento lo dobbiamo al santo al quale il
nostro Circolo è intitolato: San Giovanni Battista de La Salle…”;
Qui si vanno a toccare temi delicati, che possono turbare la sensibilità di molti, come
testimonia un vecchio adagio: scherza con i fanti, ma lascia stare i santi. Ma ormai la fregola
aveva preso il sopravvento anche sul buon gusto.
Insomma un pasticcio, ma almeno coerente. Ci mancava solo (ma può tornare buona per un’altra
volta, vero?) la famigerata irrisione calcistica rivolta all’avversario a terra: << devi morire… >>.


Brutta bestia la vanità. Già in antichità questa ed altre debolezze umane erano ben note. A tal proposito viene in soccorso un’altra affannosa citazione:

Nel XXXV libro della sua “Storia Naturale”, Plinio il Vecchio scrive di Apelle, un famoso pittore greco del IV secolo a.C., narrando che l’artista era solito esporre le sue opere in una loggia man mano che le terminava, per ascoltare, nascosto dietro il quadro, i difetti che venivano trovati. Un giorno un calzolaio ebbe a criticare un quadro perché era stato fatto un occhiello in meno su certi sandali; il giorno seguente lo stesso calzolaio, inorgoglito dal successo del precedente suggerimento, iniziò a criticare anche sul resto, ma Apelle lo tacitò dicendogli “sutor, ne ultra crepidam!”.

La cui traduzione in italiano è “ciabattino, non oltre la scarpa!”, ma la cui traduzione dialettale rasenta la perfezione.
In ogni caso, il nostro appetito non ne risente.


 

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