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Matrix Laboratory


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«Che collegamento c'è tra la marangona e MatLab. Chi sa che cos'è la marangona? Nessuno?
L'altro giorno uscendo dopo lezione c'erano due persone, non so se erano miei studenti, se sono qua, o in un altro corso, che dicevano: "La marangona a Venezia, non so cosa sia". C'è un collegamento importantissimo tra MatLab e la marangona.
La marangona è la più grande campana che c'è sul campanile di San Marco. Pesa più di tre tonnellate. È l'unica che si salvò dal famoso crollo del 1902. Si chiama così perché? Perché i suoi rintocchi segnavano l'inizio e la fine del lavoro dei marangoni. Chi sono i marangoni? I falegnami, i carpentieri dell'arsenale. Come mai questi qua li chiamano marangoni invece che falegnami? Perché lo smergo ("mergus" in latino) indica una serie di uccelli, gruppo di anatre, il cormorano, eccetera... i quali gruppi si tuffano, e all'arsenale c'era una parte dei falegnami che addirittura riparavano le navi in apnea, tuffandosi. E quindi da là è venuto il nome "marangon", che poi è stato esteso a tutti i maestri d'ascia. Dovete pensare che l'arsenale di Venezia a un certo punto era la più grande fabbrica del mondo; se il turco armava, loro erano in grado di costruire una galera in un giorno. Ne parla anche Dante dell'arsenale.
Per farla corta, per capire cos'era l'arsenale, da un po' di anni, finalmente, i militari hanno mollato le corderie. Se voi andate alla Biennale, una delle due sedi principali, oltre a quella storica dei giardini, sono le corderie dell'arsenale. Andate a vedere che cosa sono le corderie: dove facevano le cime delle navi. Naturalmente - e stiamo arrivando a MatLab - le cime delle navi ci portano inesorabilmente a parlare del cammello e della cruna dell'ago, no? È ovvio... Non è che mi sono fatto qualcosa questa mattina.
Il cammello e la cruna dell'ago. Ma vi pare che Gesù Cristo, poverino, parlando al pescatore del lago di Tiberiade gli dica: "È più facile che un cammello passi per la cruna dell'ago che un ricco entri nel regno dei cieli"? (Frase che tra l'altro si sente molto di rado perché, sapete, come il derivatore, va usata con molta circospezione, perché dà fastidio ai potenti e ai ricchi). Ma vi pare che dica una cosa di questo genere? Cristo parlava aramaico. Quando scrivono i vangeli, che è molto dopo, verso l'anno 70, in greco, per la comunità di cristiani che stava a Roma, c'è una traduzione sbagliata: confondono "kamilos" con "kamelos". "Kamilos" vuol dire "cima di una nave": è più facile che la cima di una nave passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli. Ci sono tanti di questi errori clamorosi, un altro che ricordo sempre è quello della Genesi, che dice: "C'è un giardino in mezzo all'Eden", da cui "Eden" significa "paradiso"... Eden in arabo significa "deserto": il giardino in mezzo all'Eden ovviamente è la Mesopotamia.
Un altro errore clamoroso riguarda il gioco degli scacchi. Vi siete mai chiesti come mai il pezzo più potente degli scacchi è una regina, una donna? Le donne, che sono state oppresse per tutta la storia dell'umanità, e ancora lo sono a sufficienza: come mai il pezzo più potente è una donna? Succede che quello là si chiamava "fierge", che viene dal persiano ed era il consigliere del re, e a un certo punto in Francia qualcuno ci ha messo una V, "vierge", ed è diventato la vergine, una donna.
Un'altra cosa molto interessante degli scacchi è l'alfiere. È il pezzo che cambia più nomi: in inglese si chiama "bishop", vescovo, in tedesco si chiama "läufer", corridore, e in italiano si chiama "alfiere", una parola interessantissima, perché ancora adesso stanno discutendo sulle origini del gioco. Visto che questo è il gioco più complesso inventato dalla mente umana, ovviamente c'è la battaglia per chi l'abbia inventato per primo. C'erano giochi da tavolo antichi che gli assomigliavano, però nasce o in Cina, o in India, o in Persia, se la giocano quelli. "Alfiere" dà una fortissima indicazione, perché "al-fil" in arabo vuol dire "elefante". E allora questo è lo schieramento dell'esercito indiano sul campo di battaglia, e quindi molto probabilmente è nato nel nord-ovest dell'India e poi è passato in Persia - cosa che ci avvicina a MatLab - ed è arrivato in Europa attraverso gli arabi, attraverso la Sicilia, la Spagna.
Perché ci avvicina a MatLab? Perché negli scacchi c'è l'espressione "scacco matto", "shah mat". Cosa vuol dire? Lo scià di Persia, ne avrete sentito parlare: vuol dire re. E "mat"? Mat è una radice indoeuropea, che trovate per esempio nelle parole italiane "mattatoio", "mattanza", nelle parole spagnole "matar", "matador". E ovviamente quindi, shah mat vuol dire "il re è stato ammazzato", "il re è morto". Ecco, cominciate a intravedere. Poi c'è quel "lab". "Labor", in latino, vuol dire anche "sofferenza", soprattutto sofferenza: infatti, in inglese "labour" vuol dire, sì, mondo del lavoro, eccetera, ma "labour" vuol dire anche il travaglio del parto. Il travaglio è sempre legato al lavoro: "travailler", "travagghiari" in siciliano...
Quindi c'è una sofferenza. Ecco io tante volte vi ho detto "mi raccomando, impegnarsi, sapere la cultura", perché stanno cercando di crescerci ignoranti, tenerci ignoranti. Bene, se voi sapevate queste storielle, quando vi hanno dato in mano MatLab e vi hanno detto che vuol dire "Matrix Laboratory", voi sapevate già che invece voleva dire morte e sofferenza.»

#20639

#SpottedPolimi

 che dire di più? mi viene in mente un'immagine che girava sul web tempo fa:

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