L’insostenibile comprensione umana

 

L’insostenibile comprensione umana

di MAGGIO SANDRO GRAZIANO
Solo perché non si capisce una cosa non vuol dire che non è così.
(Lemony Snicket)

Il 14 marzo 2017 è stato inaugurato il Penrose Institute, fondato da Sir Roger
Penrose, noto matematico, fisico, cosmologo e filosofo britannico.
L’Istituto avrà dipartimenti presso l’University College London e l’Oxford University
ed è stato creato per studiare la coscienza umana attraverso la fisica e individuare le
differenze fondamentali tra intelligenza artificiale e umana.
L’esordio è stato caratterizzato dalla proposta al pubblico del seguente puzzle.

La posizione del diagramma è stata
costruita a tavolino proprio da Sir Roger,
affinché fosse risolvibile da un umano,
ma allo stesso tempo fosse in grado di
confondere e sconfiggere un’intelligenza
artificiale.

Nota a margine: straordinario il bernoccolo
per gli scacchi nella famiglia Penrose:
il fratello Johnatan è un GM nel gioco
a tavolino ed in quello per corrispondenza.

Apparentemente il Bianco è senza speranza: egli ha il Re e quattro pedoni contro Re, Donna, due Torri, tre Alfieri e cinque pedoni. A conferma, un motore scacchistico, che fa fatica ad accettare una posizione «impossibile» (ma del tutto legale), valuta il vantaggio tra +26 e +30 per il Nero; salvo poi lanciarsi ad analizzare una mole enorme di varianti per dimostrare questo «vantaggio».

Intanto, uno scacchista di media forza dopo un rapido sguardo della posizione comprende che è molto facile pattare con il Bianco. Infatti, poiché sull’ala di Donna è tutto bloccato, per guadagnarsi il mezzo punto il Bianco non deve assolutamente effettuare alcuna mossa di pedone, ma limitarsi a passeggiare con il Re sulle case bianche ad Est, siccome tre Alfieri camposcuro non riescono a dare matto da soli. Addirittura, il Bianco potrebbe anche vincere portando il Re in d7 ed aspettare che i tre Alfieri neri lascino la diagonale e quindi il controllo della casa c7, per poi fare c6-c7-c8=D#!!

Ovviamente i programmatori potranno migliorare il rendimento dei motori scacchistici ed aiutarli a superare anche queste prove/trappola, ma resta una domanda.
     Quale è la differenza tra intelligenza artificiale e intelligenza umana che si può dedurre da questo esperimento?
Gli esseri umani hanno una «coscienza» ed una «creatività» che prescinde dalla pura forza di gioco.Questo gap è insostenibile per un’intelligenza artificiale.
     Coscienza e creatività, negli scacchi, si possono condensare in una frase: “comprensione del gioco”.
Spesso essa si manifesta con l’inserimento nel gioco di un elemento (apparentemente) illogico e discordante, cioè una mossa quasi assurda.
Da qui l’insostenibilità per i computer.

Anche nella comprensione del gioco esistono vari livelli, e di solito i livelli più alti sono appannaggio dei campionissimi.
     Personalmente ho sempre avuto una particolare predilezione per quei campioni che hanno dimostrato, con le loro partite, di aver raggiunto una comprensione del gioco insostenibile per noi dilettanti.

Ritengo che la partita qui a lato sia la più grande
dimostrazione di “comprensione del gioco”. Trattasi
della famosa Short-Timman, disputata a Tilburg nel
1991 e nota anche come “la passeggiata del Re”.
Qui Short continuò con:
31) Rh2!;e la partita si concluse con
31) … ; Tc8
32) Rg3; Tce8
33) Rf4; Ac8
34) Rg5 minacciando alla successiva Rh6 e poi Dg7#.

Il Bianco aveva «compreso» che il Nero non può far nulla ed ha inserito un elemento illogico e discordante: cioè porta all’attacco un ulteriore pezzo, il Re che di solito nel mediogioco deve badare esclusivamente alla propria sicurezza.
     La scelta della suddetta partita è opinabile, ed infatti la stragrande maggioranza degli scacchisti propende per quelle partite molto spettacolari, ricche di formidabili colpi tattici; infatti, è sufficiente digitare e ricercare sul web “le dieci partite più belle di sempre” (o qualcosa del genere) per accedere a forum in cui si elencano partite spettacolari e molto spesso tattiche.
     Tuttavia, queste partite non sono in contrasto con la mia proposta: anche esse fanno parte di questa speciale raccolta in quanto dimostrazione di una superiore comprensione del gioco.
     A conferma che i più grandi possiedono questa capacità, ecco un’altra perla. Questa volta ce ne ha fatto dono il geniale Bobby Fischer e a colpire anche qui è l’inserimento di un elemento discordante, psicologicamente illogico, che solo coscienza e creatività superiori potevano sostenere.
     Durante le Olimpiadi disputate a L’Avana nel 1966, Fischer con il Nero raggiunse questa posizione contro il forte Najdorf.

31) …; Cxd5!

A partire da adesso Fischer dovrà soffrire
una pericolosa inchiodatura e di conseguenza
una notevole iniziativa del Bianco. Tuttavia,
una volta esaurita questa iniziativa, egli si
aggiudicherà la partita proprio grazie alla
coppia di pedoni centrali che egli ha reso
liberi con la coraggiosa cattura di Cavallo in d5.

 Di seguito il proseguo della partita, senza commenti:

32) Ac4; De6  33) Ac3; Ac6  34) Db3; Rf7  35) Db8; Cg8!  36) h3; Cge7  37) Dh8; Dh6  38) Ce2; Axa4  39) Da8; Ac6  40) Dxa7; De6  41) Da2; De4!  42) Ad2; Re8  43) Cg3; Dd4  44) Rh2; Ce3!  45) Axe3; Dxe3  46) Ag8; Dxf4  47) Df7+; Rd7  48) Axh7; Ae4  49) Ag6; De5  50) Ah5; Ad5  51) De8+ Rc7  52) Rg1; Dg7!  53) ad1; Ac6!

Il prossimo diagramma si potrebbe sintetizzare con il verso di una canzone:
come se fossimo sospesi ancora nell’attimo in cui poteva succedere”.
Si tratta di una partita dell’ultimo turno del Campionato USA femminile, disputata a Saint Louis il 25 aprile 2016; assicurandosi questa partita la georgiana/americana Nazi Paikidze ha vinto il suo primo titolo nazionale assoluto.
       Forse la tensione dell’ultimo turno, con il titolo ad un passo, ha negato alla Paikidze di porre il suo nome nei libri di scacchi, facendole sfuggire una continuazione «alla Fischer» con l’inserimento di un elemento fortemente discordante ed illogico o, più probabilmente, ella non fa parte di quella élite con una superiore comprensione del gioco.

A questo punto la sei volte campionessa USA
Irina Krush giocò la debole

25) Tf2?

E qui la Paikidze perse l’attimo fuggente,
optando per la vincente senza rischi

25) …; Ne3.

Invece: 25) …; Nd3!!

Sarebbe rimasta alla storia.

 

Il leggendario Garry Kasparov, a parziale sostegno della Paikidze, sostenne in diretta che concedere la cattura di un pezzo per niente e con scacco è immensamente difficile sul piano psicologico.
Se questo è vero in generale, in questo caso sarebbe stato spettacolarmente vincente:

26) Axd5+; Rh7  27) Df1; Cxf2+  28) Rg2; Txa5!!  29) Txa5; Dd8
con superbo attacco triplo su a5, d5 e g5.
Poteva succedere, ma purtroppo non è successo.

 

FEDRO Favole Libro Quarto, favola 5

Con un breve racconto io dico ai posteri come in un solo
può star più senno che in tutta una folla.

     Un uomo al suo mancar lasciò tre figlie: bella, una, e sempre in occhi, cacciatrice di maschi; ma la seconda savia e filatrice, tutta casa e campagna; la terza con il cuore al vino, e laida.

La loro madre ereditò dal vecchio la ricchezza, soltanto per spartirla equamente alle tre, che non dovessero però tenersi né godere i beni, e che se poi cessassero di avere coteste cose ricevute, subito cento sesterzi dessero alla madre.

Ciò fece chiasso da riempirne Atene.

Sollecita la madre allor consulta gli esperti di diritto: neppure uno sa spiegare in qual modo non possiedano quanto è pur dato, e il frutto non ne prendano, e con qual conto possono versare il denaro, se niente abbiano in mano.

Lungo tratto di tempo è consumato senza potersi cogliere il concetto del testamento. Alfine la genitrice, non badando a leggi, s’affida alla coscienza: per la lasciva gli abbigliamenti scevera - un donnesco mondo! - l’argenteo bagno, eunuchi e paggi; per quella casalinga bei campi, armento, villa, opere, buoi e somieri, e strumenti camperecci; e per l’ingoiatrice un cantinone con orci venerandi, e una fornita casa con ameni verzieri.

Mentre s’appresta a consegnar a ognuna le destinate cose, e l’informata gente l’approvava, comparve Esopo tra la folla e disse: «Oh! Se restasse al già sepolto padre un sentimento, quanto cruccio avrebbe che il testamento suo nemmeno gli Attici non abbiano saputo interpretare!».

Richiesto, poi sciolse l’error di tutti: «Le case, gli ornamenti, i bei verzieri, e i vini vecchi date a chi si cura di lane e di campagne. Vesti, donzelli e gioie offerte siano con tutto il rimanente a colei che ingoiando passa il vivere. E campi e villa e armenti con pastori donate alla lasciva.

Niuna potrà resistere in serbare ciò che ripugna all’indole sua propria: la brutta venderà le sue ricchezze per procacciarsi il vino, si priverà dei campi la lasciva per darsi gli ornamenti, ma la contenta degli armenti e dedita alle lane, una casa da bagordi per qualunque valsente venderà.

Niuna così possiederà quel tanto che le fu dato ma tutte e tre recheranno alla madre mediante il prezzo dei venduti beni il prescritto denaro».

Ita quod multorum fugit imprudentiam, unius hominis repperit sollertia.

Così, l’irriflessione di molti non comprese; e l’accortezza di uno sol capì.