Aradeo Scacchi

Scuola Scacchi Circolo Alekhine

da Barletta a Fano

Da Barletta a Fano

Barletta, 24 aprile 2007. La location è il Castello Svevo, l’evento la fase regionale dei Campionati Giovanili Studenteschi a squadre di scacchi. La tensione è tanta, sono la prima scacchiera della squadra della Scuola Primaria XXV Aprile e sento di non poter deludere le aspettative. Mi aspetto molto da me stesso. Beh, quale bambino di quarta elementare non avrebbe qualche ambizione dopo aver vinto qualche torneo scolastico?
 

La giornata comincia male. Il pullman noleggiato dalla scuola per raggiungere Barletta ha un problema nei dintorni di Lecce. La nostra squadra arriva in forte ritardo. La giornata continua anche peggio, perché perdo tutte le partite prima della pausa pranzo. Il mio morale comincia a scendere, ma tutto sommato mi conforta il fatto che le prime partite in genere sono le più difficili e quindi spero di poterne vincere qualcuna nel pomeriggio.
 campione provinciale 2009

Tuttavia, le cose non migliorano. Continuo perdere, sento di aver deluso i miei compagni di squadra e i miei docenti, soprattutto il prof. Maglio, docente istruttore della squadra. Lui aveva creduto in me, ma io non ce l’avevo fatta. In un momento così critico non avrei potuto continuare a giocare, e quindi prima dell’ultimo turno vengo sostituito. La goccia che fa traboccare il vaso. Ferito anche nell’orgoglio e profondamente deluso, comincio a piangere a dirotto. Niente riusciva a consolarmi, né le parole dei miei genitori né quelle dei miei docenti accompagnatori, e nemmeno il Calippo al limone che avevo chiesto ai miei per raffreddare la bollente delusione.
montecatini 2010

Non avevo capito che quella sostituzione era stata effettuata per il bene mio e della squadra, ero troppo piccolo per fare un ragionamento del genere. Il prof. Maglio, alla fine del torneo, mi dice che l’esperienza appena vissuta mi sarebbe servita tantissimo e non sarebbe mai più capitata una cosa del genere perché sarei migliorato sempre di più. Mi disse anche che tutti possiamo vincere, ma soltanto pochi hanno la forza di saper perdere e di imparare dalle sconfitte. Ero troppo giù di morale e non ho dato troppo peso a quelle parole. “Sono bugie che ti dicono quando devono consolarti”, pensai. Non avrei mai immaginato che quanto detto quella sera dal mio professore sarebbe stato profetico.

La delusione di quell’esperienza durò fino a qualche giorno dopo, ma una volta superata decisi di impegnarmi ancora di più nel gioco degli scacchi. Così a partire dal 2008 cominciai a partecipare a numerosi tornei, soprattutto individuali. I risultati non tardarono ad arrivare: campione provinciale under 12, poi campione regionale under 12 e un nono posto ex-aequo ai campionati nazionali di fascia d’età. Risultati confermati negli anni seguenti, con cinque titoli provinciali vinti e quattro regionali, di cui tre consecutivi. Poi la partecipazione ai primi Festival Internazionali: da ricordare il torneo di Montecatini nel 2011, che mi ha permesso di entrare nel ranking mondiale, quello di Brindisi dello stesso anno, in cui ho ottenuto la categoria di Prima Nazionale (la più alta prima di quelle magistrali), e infine il torneo di Amantea nel 2013, nel quale per solo mezzo punto non sono riuscito ad ottenere la cosiddetta “norma di Maestro”, requisito indispensabile (oltre ad un elevato livello nel ranking) per ottenere la categoria di Maestro, la più prestigiosa in Italia. Certo, i momenti di crisi non sono mancati, però dopo Barletta ho imparato a non abbattermi, a rialzarmi ogni volta che cadevo e a tornare ogni volta più forte di prima, imparando sempre da ogni esperienza. Da allora la ruota aveva cominciato a girare…
amantea 2013

Fano, 2 agosto 2014. La location è lo Sport Park, l’evento il 3° Festival Internazionale “Mare di Fano”.  La tensione è tanta, sono al penultimo turno di un torneo lungo e faticoso, cominciato 5 giorni prima. Ma la partita è fondamentale, perché sia pareggiando sia vincendo riesco a raggiungere la categoria di Candidato Maestro, inferiore per importanza solo a quella di Maestro e alle categorie internazionali. Il match però è proibitivo: il mio avversario è un Maestro FIDE (la terza categoria più alta a livello mondiale) e, in passato, è riuscito a pareggiare con alcuni dei giocatori più forti in Europa. Sulla carta non ho speranze contro un giocatore che ha 3 categorie in più rispetto a me. Tuttavia anche io in questo torneo sto giocando molto bene, tanto da vincere con Maestri e strappare pareggi a giocatori più forti e con molta più esperienza rispetto a me. Mi aspetta un match molto combattuto e difficile anche sul piano psicologico, ma dentro di me so di potercela fare.
fano 2014

Alle 9 in punto io e il mio avversario ci stringiamo la mano e la partita comincia. Dopo le prime mosse, in genere eseguite molto velocemente, lui comincia a ragionare per molto tempo, io invece gioco una posizione che mi è familiare e muovo i pezzi con destrezza nel labirinto strategico. Alla ventunesima mossa succede qualcosa di inaspettato: il mio avversario muove e mi propone il pareggio. Non riesco a crederci, non può essere. Non succede mai che un giocatore molto più forte conceda il pareggio a uno più debole. E invece è successo davvero. Emozionatissimo, accetto la proposta senza pensarci due volte, non solo perché pareggiare con un giocatore così forte è un risultato prestigioso e motivo d’orgoglio, ma soprattutto perché quel risultato mi consente di raggiungere il tanto ambito titolo di Candidato Maestro. Sono davvero troppo felice.

All’uscita mi aspettano i miei genitori, non ci credono nemmeno loro. È troppo bello per essere vero, ma sono sicuro di non star sognando. E subito il primo pensiero va al prof. Maglio. È a lui che devo tutto: è lui che mi ha insegnato a giocare, è lui che ha creduto in me, è lui che mi ha spinto ad iniziare questo percorso, che sembrava dovesse finire con il torneo di Barletta. Quell’esperienza invece è stata il punto di partenza, la molla che mi ha spinto in alto e mi ha dato la giusta carica. E, ripensandoci, sono proprio le parole che mi aveva detto mentre io piangevo a dirotto. Mai profezia si è avverata così puntualmente.

 Paolo Minerba

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